Maurizio Biancani Nerozzi

Corso Advanced Fonoprint: registrazioni con la “Nico Arezzo Band” e il duo Beltrani

Il concerto al Locomotive Club e la nascita del progetto

Qualche mese fa, al Locomotive Club di Bologna, la Nico Arezzo Band ha tenuto un concerto. È stato registrato integralmente in audio e video e pubblicato su YouTube.
Dopo averlo visionato, ho notato la professionalità della Band e la grande empatia con il pubblico.
Ho quindi fatto a Nico la proposta di realizzare un brano durante il Corso Advanced, che si doveva tenere dal 21 al 29 luglio negli studi della Fonoprint.

Nico, che possiamo definire il vero “factotum” della band, è un musicista completo. Chitarrista principalmente, ma capace di suonare anche basso e altri strumenti. È anche cantante, autore di testi e musiche, e quindi il fulcro creativo del progetto.
La band è composta da altri musicisti di grande talento: Vincenzo Messina, batterista molto valido, Dave Paulis, un bassista altrettanto solido, Edoardo Vilella, un tastierista fantastico.
Spesso, dal vivo, si aggiungono anche strumenti a fiato, che ampliano e arricchiscono il suono complessivo. Rendono i concerti molto coinvolgenti.

La registrazione del brano “Da Dio”

Per la realizzazione del brano scelto, dal titolo “Da Dio”, Nico ha portato in studio le tracce di pre-produzione registrate nel suo Home Studio.
Abbiamo iniziato il lavoro passando subito alla registrazione della sezione ritmica.

Primo giorno: la batteria

Abbiamo montato la batteria e fatto numerose prove, cambiando microfoni, tipologie di rullanti, casse e piatti.
Alla fine, abbiamo optato per un insieme di tamburi provenienti da diverse batterie e una Bass Drum Slingerland del 1960, dal suono fantastico.
Volevamo una sonorità particolare e calda. L’abbiamo trovata utilizzando anche una tecnica cara a Ringo Starr: coprire i tamburi con panni per smorzarli e ottenere un suono più controllato e meno “aperto”, quasi percussivo.

I microfoni utilizzati sono stati:

  • Bd Shure SM 52
  • Sn up Shure SM 57
  • Sn dw Akg 414
  • Hh Akg 451
  • Tom Shenneiser MD 421
  • F.tom Shenneiser MD 421
  • O.h. 2 Shoeps CMC6
  • Room 2 Crown PZM

I ragazzi del corso si sono molto divertiti. Hanno proposto idee, provato configurazioni diverse e sperimentato.
Il batterista ha eseguito più take. Alla fine abbiamo scelto quello che restituiva meglio il carattere del pezzo.
Alla base del lavoro c’è stato un filo conduttore: niente copia-incolla o editing digitale spinto.
Abbiamo registrato le parti intere dall’inizio alla fine, come si faceva negli anni ’70, con tutte le piccole differenze e le sfumature dell’esecuzione.
Questo approccio ha dato al brano un carattere unico e una grande naturalezza.
Ha sorpreso i ragazzi, molti dei quali non si aspettavano quanto fosse affascinante lavorare con tanta cura in fase di registrazione.

Secondo giorno: le chitarre

Abbiamo registrato tutte le chitarre con Nico: sia acustiche che elettriche.
Per le acustiche, Nico ha utilizzato una chitarra classica con corde in nylon, sovrapponendo più tracce che si incastravano tra loro in modo complesso ma efficace.
Le abbiamo registrate con un microfono DPA 4099, prendendo anche il suono in diretta utilizzando un D.I BOX.

Le elettriche sono state registrate provando vari amplificatori e tipi di collegamento, fino a trovare i suoni più adatti.
L’amplificatore scelto, alla fine, è stato il Roland Jazz Chorus, microfonato con uno Shenneiser MD421 e un condensatore AKG 414.
Come connessione abbiamo utilizzato i fantastici cavi della “Connettere&Arte“.
Il risultato è stato ricco e stratificato.
Alcuni momenti sono stati documentati in reel pubblicati sui social, in particolare su Instagram.

Terzo giorno: le tastiere

È arrivato Edoardo, il tastierista, con formazione classica e jazz.
Abbiamo usato il nostro Fender Rhodes del 1973, microfonato con due AKG 414, che ha un suono caldissimo e avvolge il pezzo dall’inizio alla fine.
Ha arricchito il brano di dinamiche e colore.
Abbiamo aggiunto anche sintetizzatori, sia quelli portati da Edoardo sia alcuni sample già presenti nella pre-produzione, integrandoli nell’arrangiamento.
Infine, gli allievi hanno microfonato il piano a coda Yamaha C7 con microfoni DPA 4011, per consentire a Edoardo di registrare parti musicali molto importanti sonoricamente.
Il risultato è stato molto convincente.

Ultimo giorno con la band: basso e voci

Poiché quella sera i ragazzi dovevano esibirsi in concerto a Cesena, abbiamo iniziato presto la mattina per completare il lavoro.
Sono state registrate per prime le tracce di basso.
Abbiamo usato la classica diretta col D.I.BOX e un microfono Electrovoice PL20, posizionato davanti a uno dei coni del nostro amplificatore Ampeg SVT 810 con testata SVT CL.
Le varie tracce di basso ci hanno permesso di sperimentare sonorità prog e psichedeliche.

Infine ci siamo dedicati alle voci.
Dopo una selezione accurata dei microfoni, la scelta è caduta sul Neumann TL170, a mio parere uno dei migliori microfoni sul mercato.
Naturalmente collegato con un cavo Connettere &Arte.
Nico ha registrato la voce principale e poi numerose voci aggiuntive: armonizzazioni, doppiaggi, linee di supporto.
In totale sono state registrate circa dieci tracce vocali, che hanno dato al brano profondità e dinamica notevoli.

Quando la band è partita per il concerto, noi siamo rimasti a fare il cosiddetto “editing di pulizia”.
Abbiamo rimosso rumori indesiderati senza mai alterare digitalmente le performance.
L’obiettivo era mantenere lo spirito analogico degli anni ’70, pur registrando con strumenti digitali come Pro Tools.

La seconda parte del corso: jazz e musica classica

Nei giorni successivi è iniziata la seconda parte del corso.
È arrivato Pietro Beltrani, pianista, insieme al cugino Luca, chitarrista.
Hanno portato un progetto jazz/classico e abbiamo registrato sei brani.
Per ogni brano sono state fatte tre take complete, lasciando poi agli stessi musicisti la scelta di quella migliore, senza modificare nulla delle esecuzioni.

La registrazione è stata molto curata.
L’amplificatore Fender per chitarra è stato isolato in un box per evitare rientri e microfonato con un dinamico Shenneiser MD 421.
Il pianoforte è stato microfonato in modi diversi a seconda dei brani.
In alcuni casi abbiamo usato tecniche classiche, con Shoeps Cmc6 e DPA 4011.
In altri, i microfoni PZM all’interno della cassa armonica hanno ottenuto un suono molto particolare.
L’obiettivo era mostrare ai ragazzi la varietà di approcci possibili e la differenza tra una registrazione jazz e una classica.
Il duo Beltrani si è rivelato di eccezionale caratura tecnico-artistica e tutte le registrazioni sono risultate pressoché perfette.

Fase di mixaggio

Il mix del brano “Da Dio” è stato impostato con la partecipazione attiva dei corsisti, che hanno sperimentato diverse soluzioni con la mia supervisione.
Dopo una prima versione di impostazione e scelta sonora, abbiamo ripreso l’ascolto il giorno dopo con “orecchio fresco”.
Abbiamo modificato alcuni dettagli e preso decisioni più precise sugli strumenti da evidenziare o lasciare in secondo piano.
La registrazione curatissima si è rivelata preziosa per un ottimo risultato.
Il pomeriggio è stato dedicato al passaggio degli stems, necessari per la fase successiva di post-produzione.

Fase di mastering

La post-produzione è stata realizzata nello studio Mastering Uno della Fonoprint.
Lo studio è equipaggiato con casse PMC pilotate da amplificatori Bryston e un’acustica eccellente.
Questo ha permesso di valutare il brano con un livello di dettaglio superiore.
Anche in mastering abbiamo utilizzato macchine analogiche di altissima qualità, come un equalizzatore parametrico della Chandler e un compressore/maximiser analogico della Bettermakers.
Abbiamo masterizzato prima “Da Dio”, ottenendo un prodotto adatto alla pubblicazione sulle varie piattaforme.
Successivamente ci siamo dedicati ai brani jazz/classici, curandoli nei minimi dettagli.
Alcuni di essi avevano già un supporto video, girato da un videomaker durante le registrazioni.
Verrà utilizzato sui social sia dai musicisti sia dalla scuola.

In Conclusione…
Otto giorni intensissimi, con sessioni di 8–10 ore quotidiane, hanno permesso di produrre materiale musicale di grande qualità.
I corsisti erano entusiasti.
Al momento della consegna dell’attestato erano visibilmente soddisfatti ed emozionati.
Per loro è stata un’esperienza immersiva in una produzione reale, senza scorciatoie digitali, basata sul talento e sulla cura artigianale del suono.

Oltre a un corso formativo, questo lavoro ha generato brani davvero validi, potenzialmente spendibili anche a livello commerciale.
Per me, la soddisfazione più grande è stata vedere negli occhi dei ragazzi la gioia di aver imparato un metodo di lavoro autentico e di aver partecipato a una vera produzione discografica.