Maurizio Biancani Nerozzi

CSI ai mixer di 33 Giri: la storia di “Tabula Rasa Elettrificata”

“Tabula Rasa Elettrificata”, terzo album dei CSI uscito nel 1997, è stato scelto per la puntata trasmessa a novembre 2020, di 33 Giri Italian Master. Quest’opera ha segnato un prima e un dopo nella musica italiana, raccontando l’inizio e la fine di un’amicizia e, allo stesso tempo, il trionfo del rock alternativo nel nostro Paese.

In quell’occasione ho rivissuto con Gianni Maroccolo (produttore e bassista), il viaggio creativo dietro a questo capolavoro. Stefano Senardi (produttore discografico) lo ha ricordato bene: con 80.000 copie vendute in poco tempo (diventate poi 100.000), il disco ha scalzato persino gli Oasis, arrivando primo in classifica e conquistando il Disco d’Oro.

L’impatto di “Tabula Rasa Elettrificata” dei CSI

Il giornalista musicale Luca Bernini lo ha definito “un album che non ha l’innocenza del primo” e aveva ragione. “Tabula Rasa Elettrificata” nasce da un contesto di consapevolezza, intensità e affonda le radici in un’esperienza condivisa da due membri della band: un viaggio in Mongolia.

Lindo Ferretti (cantante e frontman) aveva questo sogno fin da bambino e un giorno scoprì che anche Massimo Zamboni (chitarrista) condivideva il medesimo desiderio.

Francesco Magnelli (tastierista) ha raccontato che i suoni della Mongolia – registrati da Zamboni durante il viaggio – hanno ispirato profondamente il disco. Non potendo essere lì con tutta la band, Gianni Maroccolo aveva attrezzato Zamboni per catturare ogni riferimento sonoro possibile: voci, strumenti, rumori, suggestioni.

Con questo album, il gruppo è passato dalle esibizioni nei piccoli teatri, ai concerti nei grandi palazzetti.

Il viaggio in Mongolia dietro questo terzo album

Il titolo dell’album è metaforico. La Mongolia, come ha spiegato Ferretti “è una tabula rasa su cui non c’è nulla”; una terra immensa, quasi priva di segni della modernità. È un luogo dove il paesaggio è talmente essenziale da sembrare “vuoto”. Questo “vuoto”, però, non è assenza, ma uno spazio in cui la mente può proiettare pensieri, visioni e suoni.

“Elettrificata” perché i pali della luce sovietici punteggiano l’orizzonte senza portare corrente:

“Ma la Mongolia è troppo grande per una volontà sovietica. Si carica di una elettricità che, quindi, non perviene.”, dice Ferretti.

“Forma e sostanza”: il singolo dei CSI che ha conquistato le radio

La prima canzone che abbiamo analizzato in puntata è “Forma e sostanza” – primo singolo dei CSI. Brano simbolo dell’album, nato in modo ingenuo e casuale, ma destinato a diventare la chiave per aprire le porte delle radio a un gruppo che non aveva mai pensato di fare singoli.

Il loop iniziale, creato con una tastiera, ma simile a un riff di chitarra, è la colonna vertebrale del pezzo. Zamboni, poi, ha inserito un suo riff incisivo, mentre Gianni Maroccolo ha aggiunto un suono di basso potente, che abbiamo riascoltato al mixer. Ginevra Di Marco (cantante) ha sottolineato la particolarità melodica di questa canzone, caratterizzata da strofe ritmiche e spezzate e un ritornello nato quasi per caso, trovato da Magnelli in macchina e portato da Ginevra a Giovanni Lindo Ferretti.

Per Lindo, questo pezzo è un intreccio di pensieri filosofici concatenati.

“Accade”: l’intimità della voce di Lindo Ferretti

In puntata, Giovanni Lindo Ferretti ha regalato “Accade” in una versione intima, solo voce, nella sua casa di Cerreto Alpi. Un momento molto intenso.

“Unità di produzione”: sperimentazione e suoni unici dei CSI

Il secondo brano analizzato in puntata è stato: “Unità di produzione”. Nato mentre Zamboni e Ferretti attraversavano in treno l’ex Unione Sovietica, è il resoconto disincantato della fine di un’utopia politica. Ferretti ha parlato con lucidità di un passato vissuto tra militanza, manifestazioni, scontri, idealismo e disillusioni e alla fine ha detto: “Rifarei comunque tutto”.

Al mixer, questo brano è un mondo di suoni: violini campionati, il “fantasmino” – ovvero un effetto sonoro unico così battezzato dal gruppo – chitarre metal, inserti etnici di synth.

Zamboni commenta la sua partecipazione a questa canzone: “I CSI sono capaci di sfornare così tanta massa di suono da rendermi cauto perché non è necessario aggiungere e aggiungere elementi. Ho quindi atteso qualche spiraglio per poter intervenire e, sul finale, ho preferito inserire delle sequenze di note con delle tonalità che si andassero a intrecciare con quelle degli altri.”

“Matrilineare”: la voce della Mongolia trasformata in canzone dai CSI

“Matrilineare” nasce da un frammento cantato da un bambino mongolo. Ginevra Di Marco, quasi per gioco, lo ha ripreso, trasformandolo nella voce-guida del brano. Un’idea folle che, però, ha portato dentro la canzone l’eco di un mondo lontano.

Nel brano si distingue chiaramente la batteria di Gigi Cavalli Cocchi (storico batterista di Ligabue e figura di spicco della scena rock emiliana). Fu scelto non solo per una naturale continuità territoriale, ma soprattutto perché tutta la band nutriva nei suoi confronti una profonda stima artistica e personale.

Oltre a questo dettaglio, la canzone è praticamente caratterizzata dalla voce di Ginevra e dalle tastiere di Magnelli.

“M’importa una sega”: ritmo e chitarre nel terzo album dei CSI

Il titolo viene da una scritta su un muro di Firenze letta da Ferretti un giorno per caso. Questa scritta l’ha fatta sua poiché – in quel momento – era l’esatta fotografia del suo stato d’animo. È un pezzo da ballare e che è caratterizzato dalla chitarra di Giorgio Canali.

“Brace”: performance live di Ginevra e Magnelli in 33 Giri

Nel finale della puntata abbiamo ascoltato “Brace”, proposta dal vivo da Ginevra Di Marco con Francesco Magnelli alle tastiere. Rispetto ad altri brani di “Tabula Rasa Elettrificata” è una canzone che si sviluppa in maniera più lineare, con un crescendo che parte piano e si intensifica man mano. L’arrangiamento dal vivo ha messo in evidenza la voce limpida e intensa di Ginevra, sostenuta dall’accompagnamento delle tastiere.

La collaborazione con Polygram e il successo di Tabula Rasa Elettrificata

La nascita di “Tabula Rasa Elettrificata” fu resa possibile anche dall’incontro con la casa discografica Polygram, arrivata grazie ai contatti di Gianni Maroccolo. Quella che poteva sembrare una scelta di convenienza si trasformò invece in una collaborazione sorprendente: la major mostrò un’attenzione e un rispetto sinceri verso la musica dei CSI, al punto da non ostacolare il viaggio in Mongolia e le suggestioni sonore che ne derivarono.

Giovanni Lindo Ferretti stesso rimase colpito da quell’apertura inaspettata. Come ricorda Stefano Senardi, il pubblico del rock comprò questo disco perché affamato della sua potenza irriverente e sovversiva, confermandone la portata unica nella storia musicale italiana.

Ringrazio chi, durante la puntata, ha partecipato insieme a me al racconto di questo lavoro: Stefano Senardi – produttore discografico, Ginevra Di Marco – cantante, Gianni Maroccolo –  produttore e bassista, Luca Bernini – giornalista musicale, Francesco Magnelli – tastierista. 

La puntata completa la trovate sia su Sky che su NowTv.

— Un breve trailer invece lo potete guardare su YouTube a questo link.

Un ringraziamento particolare ai miei compagni di viaggio: l’autore Edoardo Rossi, il produttore Stefano Senardi, il regista Pepsy Romanoff , l’indispensabile Simona Santandrea e naturalmente tutto il fantastico staff di Except.

Foto storica in bianco e nero della band italiana CSI Consorzio Suonatori Indipendenti su una spiaggia rocciosa negli anni ’90
Il gruppo musicale italiano CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti), simbolo della scena alternativa italiana.